Pubblicato il

“TESORI E SAPORI” A CUPRAMONTANA MACHELLA E SCIPIONI PER LE ECCELLENZE MARCHIGIANE

Tesori e Sapori

Domenica 2 settembre 2018 a Cupramontana ai musei in grotta si è tenuto l’evento “Tesori e sapori, verdicchio di Cupramontana e salame di Fabriano”.

L’associazione culturale 21 quattro e la condotta Slow Food hanno organizzato un appuntamento per promuovere le eccellenze enogastronomiche marchigiane, con la partecipazione di Alessandra Machella (rivelazione del programma The Voice of Italy) e Simone Scipioni (vincitore di Masterchef 2018).

L’evento si è aperto con un convegno che introduceva le eccellenze e le peculiarità marchigiane tra cui, il verdicchio dei Castelli di Jesi e il salame di Fabriano.

Simone Scipioni non poteva che renderci spettatori di uno show cooking nella preparazione di un risotto dagli ingredienti e dai sapori tipici marchigiani.

Simone Scipione e Michela di Partner Wine

Ad accompagnare la serata il concerto di Alessandra Machella che ha subito conquistato il pubblico.

Umile e spontanea questa giovane artista ha ben presto emozionato e divertito tutti, facendo percepire la grinta e l’amore che mette nel cantare.

Michela di Partner Wine e Alessandra Machella

Due giovani marchigiani che grazie al loro talento e alla loro tenacia sono diventati testimonial della loro terra: Le Marche.

All’evento abbiamo avuto la possibilità di degustare i verdicchi cuprensi.

Alcuni nomi per noi di Partner Wine erano già conosciuti, tra cui:

-il verdicchio superiore Morella di Quaresima,

-il verdicchio superiore Il Priore di Sparapani,

-e le bollicine brut dell’azienda Vallerosa Bonci.

Come ogni volta che abbiamo il piacere di assaggiarli, questi vini, non smettono di stupirci, e come sempre spicca quel gusto raffinato e quella persistenza in bocca, che solamente i buoni vini hanno.

Pubblicato il

AZIENDA AGRICOLA CECI ENRICO: IL GUSTO DELLA TRADIZIONE

azienda-agricola-ceci-enrico

Nella terra del Verdicchio dei Castelli di Jesi, tra i tanti paesi che li compongono, San Paolo di Jesi sicuramente è il piccolo, ma uno dei più ricchi per produzione di vino.

Tra il verde delle colline, troviamo un’oasi di tranquillità, l’Azienda agricola Ceci Enrico.

Adagiata sulle colline, colorate dal verde delle vigne, i proprietari di questa piccola azienda ci accolgono a braccia aperte.

Qui in questo spazio che appare quasi fuori dal tempo si produce uno dei vini di qualità più elevata della zona.

Un vino che denota nell’assaggiarlo, quanto sia importante la tradizione.

Una tradizione tramandata di generazione in generazione, dove il tempo sembra non sia passato, dove sembra quasi che la qualità sia una cosa acquisita, legata indissolubilmente ai titolari.

Produrre la qualità per molte aziende è un punto di arrivo, qui si ha la sensazione che sia “semplicemente” un punto di partenza, uno dei tanti elementi che compongono la gamma dei prodotti.

Ospitali e gentili Nazzarena e suo marito Enrico ci fanno visitare l’azienda di cui vanno molto orgogliosi, raccontandoci che l’azienda ormai va avanti da generazioni e che Enrico mette in pratica gli insegnamenti di suo padre nella produzione del vino.

La vigna è importantissima, esposta al sole su colline che sono state vocate alla qualità delle uve sia dal tempo degli antichi romani, è in grado di produrre un vino dalle caratteristiche uniche, con un aroma particolare che lo rende riconoscibile tra mille.

La linea di prodotti è composta soprattutto da un Verdicchio superiore e da un Rosso igt marche, nei quali si può trovare incontaminata la tradizione, inoltre un ottimo vino e visciole “sviciola” e una grappa di verdicchio “ Stelle dal cielo” e per concludere con le tradizioni marchigiane anche un buon olio Extra Vergine di oliva.

Pochi prodotti, ma di una qualità semplicemente entusiasmante, qualcosa che, per chi li degusta, è in grado di rimadare a questa terra e a queste persone.

Pubblicato il

FRANCESCO SCACCHI: LE ORIGINI DELLE BOLLICINE SONO MARCHIGIANE NON FRANCESI

Michela e il libro Francesco Scacchi

Oggi parliamo di una novità, ovviamente per chi è un esperto del settore non potrà essere considerata tale, ma per i più potrebbe esserla.

Sfatiamo l’ormai mito di Dom Perignon e del fatto che le bollicine sono primogenite in Francia.

Ebbene si avete intuito bene, le origini delle bollicine sono italiane e oltretutto anche marchigiane.

Da buona marchigiana quale sono non potevo non condividere questo fatto di cui vado molto orgogliosa con voi.

Ad oggi i procedimenti sono totalmente differenti per la produzione dello spumante, ma anche per la loro fermentazione.

Francesco Scacchi può essere definito proprio come colui che ha descritto il metodo per poter rendere frizzanti e spumosi i vini, ’48 anni prima di Perignon.

Francesco Scacchi era un dottore fabrianese proveniente da una famosa famiglia, figlio di Durante Scacchi, iniziatore della famosa scuola di medicina preciana.

Egli scrisse un libro De salubri potu dissertatio [Dissertazione sulla bevanda salutare], pubblicato a Roma da Alessandro Zanetti nel 1622.

L’importanza di questo libro sta proprio nell’aver descritto metodi con cui si rendevano frizzanti i vini a quel tempo.

In realtà, uno dei primi a citare questo fatto fu il celebre storico enologo e gastronomico, André Louis Simon (1877-1970), dove riportava nella prima parte della sua pubblicazione che il libro di Francesco Scacchi conteneva una descrizione di come fare il vino frizzante…

Il molteplice interesse per detta opera indusse alla traduzione del testo e la sua pubblicazione, che avvenne nel novembre 2000, in toto e in entrambe le lingue.

Questo fatto merita particolare menzione e riconoscimento poiché è assai raro, se non rarissimo, che in Italia sia imprenditori editoriali che fondazioni sponsorizzino le traduzioni in italiano d’importanti testi scritti in latino.

Questo fatto mi permette ancora di più di essere orgogliosa di essere marchigiana, e credo sia giusto e doveroso diffondere questa notizia, così da poter rendere merito a chi ha compiuto questa meravigliosa scoperta.

Pubblicato il

VOLA VOLE’ UN SORSO DI NATURA

Cercare di vivere la quotidianità in modo migliore è forse un’idea così assurda?

Perché dobbiamo ritenere essere di moda ridurre l’uso della plastica, per evitare che questa finisca negli oceani, continuando ad inquinarli in maniera assurda giorno dopo giorno?

Perché dovrebbe essere di moda cercare di nutrirsi in maniera adeguata, senza “ingurgitare”quotidianamente alimenti che possono rivelarsi nocivi?
I prodotti biologici oggi non sono solamente una moda, ma sono diventati una reale alternativa ad un consumo scriteriato di cibi e alimenti che possono rivelarsi col tempo dannosi alla nostra salute.
Abbiamo voluto dedicare la nostra attenzione al problema di una sana alimentazione focalizzandoci sul vino ed abbiamo “incontrato” i vini Vola Volè.
I vini vola volè non sono dei semplici vini biologici, ma le vigne in cui vengono raccolte le uve hanno la certificazione di biodiversità.
La vasta gamma di questi vini comprende:
-pecorino
-cococciola
-cerasuolo
-montepulciano
-trebbiano
-passerina
I lieviti con cui producono questi vini sono ottenuti dal miele prodotto attraverso l’impollinazione di piante autoctone.
Ogni vino ha una differente pianta da cui impollinano le api:
-cocciola, Trifoglio
-pecorino, Rovo di mora
-cerasuolo, Ciliegio
-passerina, Castagno
-montepulciano, Sulla
-trebbiano, Biancospino
Un metodo di produzione del vino, innovativo, estremamente naturale, che si focalizza anche sulle api, sinonimo di qualità.
Ormai sappiamo che senza le api vivremmo solamente per 4 anni, e mangiando e bevendo male, forse anche meno; quindi perchè non acquistare questo vino, cambiare leggermente le nostre abitudini e contribuire al nostro benessere?
Ogni tanto una punta di sano “egoismo” aiuta, come diceva Oscar Wilde: “amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita”.

Pubblicato il

PILANDRO LA QUALITA’ CHE VIENE DAL NORD

pilandro e partner wine

L’azienda che coltiva la qualità nel territorio della Lugana dal 1980, approda con un interessante progetto nelle terre del Verdicchio.

E’ estremamente facile, innamorarsi del clima, e del fascino che emana il Lago di Garda, luogo incantevole, dove le campagne quasi si specchiano nelle acque calme. Dal 1980 la Famiglia Lavelli, proprio li in quell’angolo di paradiso ha deciso di dedicare il proprio amore per la cultura della vite. Grazie a questo amore, sono nati i loro prodotti: Vini Bianchi, Rossi, Bollicine, Passito e l’olio.

Prodotti che esprimono una qualità alta, grazie al microclima che regala ai vini un profumo corroborante e un gusto sagace, in grado di ammaliare e coinvolgere con una straordinaria e genuina purezza.

Poi l’occhio guarda verso nuove terre; terre dove la qualità dei prodotti, può riconfermare quanto fatto in passato. Si sa il mestiere dell’imprenditore è guidato dalla passione.

Grazie a questa passione la famiglia Lavelli si innamora del territorio, del paesaggio e dei prodotti delle Marche e Pilandro così diventa anche marchigiana. Si apre così al pubblico la cantina in località Pozzetto a Castelplanio, dove si possono degustare un ottimo Verdicchio dei Castelli di Jesi superiore “Passione”, un Verdicchio classico il “Pozzetto” un merlot “Settantanni”e “Rosato”.

Anche qui si respira l’aria dell’armonia e della passione che lega il duro lavoro con la tenacia di chi ha voglia di realizzare prodotti di qualità non comune ricchi di amore.

Mi piace lasciarmi andare ai pensieri e a questo binomio che accomuna il fascino delle terre decantate dai poeti: da una parte il Garda di Dante e Virgilio, dall’altra il genio di Leopardi e la mia terra le Marche, che riservano delle sensazioni incredibili. Vi invito a degustare questi prodotti affascinanti e ad abbandonarvi a pensieri di grande serenità e completezza che emanano.

Come scrisse il Poeta Marchigiano, il mio preferito: “…e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Pubblicato il

Verdicchio dei Castelli di Jesi: Premi e riconoscimenti

stellaria 5 stars wines

Quanti vini buoni ci sono nelle Marche?

A mio parere moltissimi, ce ne sono di buoni e di ottimi da degustare per ogni occasione.

La nostra regione ospita diverse tipologie ma i più conosciuti e premiati sono il Verdicchio e il Pecorino.

Anche al Vinitaly, una delle più grande manifestazione di vini in Italia e nel Mondo, a seguito della 52° edizione, è stata constatata l’elevata qualità e l’alto profilo di queste due tipologie di vini.

In questa occasione molti dei prodotti della nostra zona sono stati premiati, tra cui il verdicchio dei castelli di Jesi dell’azienda Vallerosa Bonci e Santa Barbara.

Il Verdicchio, festeggiando i 50 anni della Doc, in occasione del Vinitaly 2018, resta ancora il vino più premiato dalle guide, con l’aumento dei riconoscimenti rispetto all’anno scorso.

Verdicchio dei Castelli di Jesi: Premi e riconoscimenti

In questa occasione, non poteva mancare il concorso “5 stars wines”, la grande degustazione di prodotti che poi vengono inseriti nella relativa guida, dove vengono raccolti tutti i vini italiani, selezionati da esperti di fama mondiale.

Tra i vini selezionati da noi di Partner Wine, tra le 5 stars, troviamo:

  • il verdicchio dei castelli di Jesi doc classico “STELLARIA” ANNATA 2016 dell’azienda Boccafosca, situata ad Ostra (AN),
  • il verdicchio dei castelli di Jesi doc classico “QUOTA 311” ANNATA 2017, Teatro del Vino, situata a San Paolo di Jesi (AN).

Il Verdicchio, è stato riconosciuto anche da Wine Spectator, per essere il miglior bianco fermo italiano.

Un riconoscimento di cui ne vanno fieri i produttori, che incentrano ancora di più le forze per rendere migliore il loro prodotto e ci sono riuscite bene fra i tanti nomi, l’azienda Boccafosca e Teatro del Vino, per le 5 stars, subito seguite da Vallerosa Bonci e Santa Barbara, che confermano la loro elevata qualità già riconosciuta più volte nel tempo.

Pubblicato il

I VINI DI DANIELE TOMBOLINI ALL’OSTERIA DEL CALCIO DI FIRENZE

osteria del calcio con tombolini

Nel cuore di Firenze, venerdì 20 Aprile si è tenuta all’Osteria del Calcio, una serata con alcuni dei concorrenti di celebrity Masterchef, una cena accompagnata dai vini di Daniele Tombolini, ex arbitro e commentatore sportivo.

osteria del calcioL’Osteria del Calcio, un ristorante in piazza Strozzi dedicato al pallone, una sorta di galleria d’arte del mondo calcistico, arricchito da coppe, foto, e le tante maglie dei vari giocatori che hanno fatto la storia dello sport più amato del mondo.

I proprietari sono molto conosciuti per i tanti appassionati: l’allenatore Spalletti, e i giocatori Gilardino e Dainelli.

Alla serata hanno partecipato Daniele cenaTombolini, Lorenzo Amoruso e Valerio Spinella più conosciuto come Fayna, , sono stati proprio loro, i celebrity masterchef a preparare i piatti per la serata.

Alla cena sono stati abbinati i vini di Daniele Tombolini, oltre che essere stato arbitro è anche    enologo e viticoltore, una persona dalle mille risorse.

L’attenzione durante la selezione delle uve, con una cura rivolta proprio alla qualità, caratterizzano il gusto dei suoi vini, rendendoli molto buoni e all’altezza di ogni piatto.

tombolini celebrity masterchefLa sua linea è composta da una passerina spumante brut, un verdicchio e un montepulciano in purezza, durante la serata questi prodotti importanti e dal gusto deciso hanno conquistato l’attenzione di chi era presente all’evento.

Una degustazione di successo che ha saputo toccare tutti i palati, da quelli più allenati a quelli meno, così da poter cogliere le meraviglie nascoste in un bicchiere di buon vino, e i sapori della regione da cui provengono: le Marche.

Tutti gli articoli su Tombolini:

http://divini.corriere.it/2017/06/02/larbitro-enologo-il-mio-verdicchio-assomiglia-a-mancini/

http://www.enogastronomia.it/cantina-101-percento-2/

Pubblicato il

Tenuta Mattei: la qualità rivolta al biologico

La Tenuta Mattei è situata a Maiolati Spontini, in provincia di Ancona, una delle zone più caratteristiche per la produzione di Verdicchio Classico, dove la peculiarità del paesaggio sono proprio le tante colline ricche di vigneti che donano all’occhio quell’intercalare di colori che le rendono uniche nel ricordo.


L’azienda è giovane, caratterizzata dalla volontà di Danilo, il titolare, di vedere realizzati i suoi prodotti derivanti proprio dalle sue terre, coltivate in regime biologico ormai da più di quindici anni.


Una tra le pochissime aziende in questa zona ad avere una così vasta proprietà di terreni coltivati con questo metodo.
La volontà e la grinta di Danilo hanno portato al raggiungimento del loro obiettivo: quello di poter fare della loro passione il proprio lavoro.


I loro prodotti sono già ben posizionati nel mercato nazionale, tanto da poter già affrontare mercati oltre confine.
I progetti così realizzati conservano tutte le peculiarità dei territori caratteristici della Regione Marche.


La loro linea biologica è composta da: rosso piceno, verdicchio, passerina, pecorino e addirittura uno spumante con metodo charmat. Tutti i prodotti, senza falsa modestia possono essere considerati delle vere e proprie eccellenze in grado di rendere indimenticabile il più semplice dei brindisi.


La Tenuta Mattei sarà presente al Vinitaly 2018 al padiglione 12 stand B2.


Per gli esperti ma anche agli appassionati che avranno il piacere di visitare la fiera consiglio di visitare lo stand di questa azienda, così da poter fare un tuffo nelle Marche all’insegna della qualità del biologico e soprattutto della qualità, un elemento essenziale che diventa difficile dimenticare.

Pubblicato il

Vallerosa Bonci: la storia del Verdicchio

Bonci e Michela

Partnerwine incontra Valentina Bonci erede della tradizione dell’azienda Vallerosa Bonci di Cupramontana

E’ una magnifica giornata di sole, quella che ci permette di godere di uno dei panorami più suggestivi della provincia di Ancona, dove il verde delle colline si confronta con i filari delle vigne, quelle storiche, dove ebbe iniziò l’avventura di uno dei vini bianchi più importanti d’Italia.  

Saliamo per Via Torre, la strada ci porta dritti dritti a Cupramontana paese del verdicchio, qui troviamo subito, l’azienda Vallerosa Bonci.

Questa azienda è sinonimo di storia, soprattutto del verdicchio, infatti il marchio Bonci è stato uno dei grandi protagonisti della conquista dei mercati nazionali ed internazionali. 

Per tre generazioni la famiglia Bonci si è occupata di produzione di vino, senza dimenticare la spumantizzazione.

Nel periodo che va dagli anni quaranta agli anni ottanta solo nel paese di Cupramontana decine di aziende producevano spumante, ma col passare del tempo in poche sono sopravvissute alla durissima selezione del mercato ed alle varie crisi che si sono succedute.

Valentina entusiasta titolare, ci racconta che l’azienda Vallerosa Bonci, ha una gamma di prodotti vasta ed è presente in molti paesi del mondo. Alcuni anni fa, insieme al padre Giuseppe hanno fatto un’importante scelta, puntando esclusivamente all’alta qualità, una soluzione che inizialmente sembrava coraggiosa.

Oggi, alla luce dei risultati, questa scelta, sta dando i suoi frutti, posizionando l’azienda nella fascia alta del mercato, con un brand forte e riconoscibile.

Una tradizione quella dell’azienda di cui Valentina è interprete, e anche se con molta fatica continua ad impegnarsi per portarla avanti con la stessa dedizione con cui ha fatto anche suo padre.

Basta parlare qualche minuto con Valentina e ci si accorge che è un fiume in piena di entusiasmo, cosa non comune tra gli imprenditori vitivinicoli della zona, mi stupisce oltremodo la sua grande passione per il particolare ed il bello, la sua voglia di fare ed i mille obiettivi che si pone e che con costanza riesce a portare avanti.

Tanti tipi di prodotti compongono la vasta ganna dell’azienda Vallerosa Bonci, tra cui il  San Michele un verdicchio classico superiore che ormai da anni ha avuto dei riconoscimenti dalle varie guide, Bibenda, i tre bicchieri del Gambero rosso, che dire solamente assaggiandolo sarete conquistati dal suo sapore.

Una nuova linea di bollicine con Michelangelo e Caterina vanno ad integrare i vari brut presenti nell’azienda.

Spumanti di alta qualità ma caratterizzati anche da una bella ed elegante confezione, ideale per chi dovesse fare un bel regalo.

Michelangelo un metodo classico millesimato Brut e Caterina, un brut millesimato a dosaggio zero, che prende proprio il nome dalla figlia di Valentina, questo sta a sottolineare il forte attaccamento dell’azienda con la famiglia e le varie generazioni.

Alzo il calice con Valentina per brindare non solo  alla nostra avventura professionale insieme, ma a quello che ho notato ci accomuna, una grande passione per la qualità ed un forte attaccamento alla nostra terra. Ve lo confido, anche le mie origini sono cuprensi, una terra generosa dove la gente sa che la qualità si conquista piano piano, passo dopo passo, come il buon vino fatto con cura selezionando acino dopo acino.

Pubblicato il

Pancotto e verdicchio Filello abbinamento della settimana

filello e pancotto

Pancotto e Verdicchio: questa settimana il nostro abbinamento propone un ritorno alle vecchie abitudini.

Una cucina da recupero che non richiede solamente di mettere insieme i vari ingredienti ma che diventa un’arte nella creazione di un piatto gustosissimo proprio nella sua semplicità.

Pancotto e Verdicchio dei castelli di Jesi Filello, dell’Azienda Quaresima di Cupramontana.

Un Verdicchio che richiama le origini con questo vino, un cru, che abbianto alla nostra proposta rende questo piatto più piacevole e gustoso.

FILELLO VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI QUARESIMA

IL Filello-verdicchio-partner wine

Un vino di prima vendemmia che fa della freschezza olfattiva e della gradevole nota citrina al palato la sua piacevolezza.

La vinificazione delle uve avviene con estrema cura e semplicità. Per il Filello viene preso il mosto fiore dalla
soft press e con l’aiuto delle pompe, viene passato nelle vasche di acciaio inox separandolo dalla feccia.

RICETTA DI STEFANIA CALLEGARI:

Pancotto

Pancotto e verdicchio Filello abbinamento della settimana

500 gr di pane raffermo, 200 gr di cipolla dorata, olio evo, 1, 5 litri di brodo vegetale, 2 foglie di alloro, pecorino stagionato,  sale e pepe

Fate a pezzi il pane secco, mettetelo in una zuppiera con metà del brodo caldo e lasciatelo riposare almeno mezz’ora, di modo che si ammorbidisca bene. Tritate finemente la cipolla e mettetela in una pentola capiente con l’olio e l’alloro, fatela stufare a fuoco basso.

Quando sarà appassita aggiungete il pane strizzato e fate insaporire, quindi mettete  il brodo restante, aggiustate di sale e cuocete lentamente, finché sarà addensata.
Togliete dal fuoco e servite con un’abbondante spolverata di pepe grattugiato, un filo di olio e una bella grattugiata di pecorino.