Amici a cena? Aperitivo a casa con i colleghi? Tra le infinite domande che passano nella vostra mente: cosa preparo? Come apparecchio la tavola? Prima o poi arriva anche la classica domanda…qual è il bicchiere giusto per il vino che ho acquistato?
Tranquilli di certo non siete gli unici ad essersi posti questa domanda.
Per risolvere il problema e fare bella figura bastano pochi accorgimenti:
-Per prima cosa, è doveroso apparecchiare la tavola con cura, l’abbinamento dei colori e ogni cosa al proprio posto giocheranno a vostro favore, una tavola ordinata e accogliente darà subito il giusto benvenuto ai vostri ospiti.
– Importantissimo è il vino che si sceglie, mi raccomando cercate un vino adeguato per l’occasione, e puntate su un prodotto di qualità, è fondamentale per fare una bella figura, altrimenti le prelibatezze che avete preparato e la tavola apparecchiata in maniera impeccabile passeranno in secondo piano e la figuraccia sarà assicurata.
A questo punto dopo aver deciso cosa preparare e bere è il momento di scegliere il bicchiere adeguato al vino che avete acquistato.
Non vi spaventate è più semplice di quanto pensiate.
-Per un vino è preferibile prendere un bicchiere con lo stelo. vi permetterà di degustare il vino alla temperatura giusta senza che questa venga alterata dal palmo della mano e soprattutto questa tipologia di bicchiere vi permetterà di sentire i veri profumi del vino senza che questi rischino di essere mascherati da quelli che siamo abituati ad indossare al polso.
-Se avete scelto un vino bianco strutturatoo barricato, il bicchiere giusto è il renano che vi permetterà di percepire tutti gli aromi, grazie alla sua leggera chiusura in alto.
-Il tulipano invece è il bicchiere più classico anche semplice da trovare in commercio. Caratterizzato dalla sua apertura, che richiama alla vista proprio quella del fiore omonimo, che favorisce la giusta percezione del sapore. Consigliato per vini giovani, bianchi e rossi leggeri, per un aperitivo, un vino novello o un Sauvignon.
-Il ballon invece migliora l’ossigenazionazione ed esalta il profumo di vini rossi.
– Il piccolo è adatto a vini rossi non corposi mentre il grande è più adeguato per vini rossi corposi e invecchiati.
– il Borgogna è un bicchiere più largo rispetto al ballon, permette al vino una buona ossigenazione ed è adatto ai vini invecchiati a lungo e corposi. Come ad esempio una riserva.
-Per le bollicine, ci sono due bicchieri: il flûte, adatto a spumanti giovani e secchi, può essere utilizzato anche per cocktail fatti con le bollicine come il bellini.
La coppa, invece, adatta alle bollicine dolci, mi sento di dire che oggi sembra sia passata di moda, ma in realtà con un buona bottiglia di spumante dolce, la bella figura è assicurata.
-per ultima cosa, a mio parere anche la più importante è la compagnia, non trascurate questo fattore, è fondamentale per avere una piacevole serata ed un brindisi di successo!!
Come ogni anno, a novembre, a Serrapetrona in provincia di Macerata, si celebra la Vernaccia.
Vino particolare e autoctono, caratterizzato da delle uve nere, tipico della zona di Serrapetrona e parte dei comuni di Belforte del Chienti e San Severino Marche.
La Vernaccia di Serrapetrona
La Vernaccia di Serrapetrona viene definito come la perla dell’enologia delle Marche in quanto considerato il miglior vitigno a bacca rossa.
In queste manifestazioni domenicali, per i tanti curiosi si trovano nella piazzetta dei piccoli stand di produttori vinicoli dove poter assaggiare questo prodotto in un clima di festa, a fare da contorno a tutto ciò i prodotti alimentari tipici della zona, dai dolci biscottini ai salumi come il ciauscolo, che soddisfano tutti i gusti.
Ciò che caratterizza questa festa è la disponibilità dei produttori che permettono di visitare le cantine e gli appassimenti, i luoghi dove vengono appassite le uve di Vernaccia dopo la vendemmia.
Sicuramente è una piccola festa da consigliare a tutti gli appassionati di vino, dove poter degustare lo spumante di Vernaccia in tutte le sue versioni, e perchè no concedersi anche un piccolo peccato di gola con i buonissimi prodotti alimentari locali.
Non esiste un vino in grado di creare un’atmosfera allegra come le bollicine.
Se ci pensate bene avete mai festeggiato qualcosa non facendo un brindisi con un buon vino spumeggiante?
Già ai tempi dei romani possiamo constatare una produzione di questi vini, con tecniche di fermentazione diverse ovviamente a quelle di oggi ma simili nella produzione. In anfore di terracotta lasciavano fermentare vini dolci, in alcuni casi questi vasi venivano immersi nell’acqua fredda, oppure addirittura sotterrati per ottenere un vino frizzante più duraturo.
I vini dell’epoca subivano molte modificazioni durante i processi di invecchiamento, che potevano durare anche 100 anni, il risultato finale era differente rispetto ai vini che siamo abituati a bere oggi, grazie a delle lavorazioni particolari, dove aggiungevano, i prodotti più impensati per noi, come acqua di mare, profumi, gesso e spezie.
Pompei addirittura venne considerata a livello enologico un luogo fondamentale per il commercio del vino del mondo antico.
Tuttavia, questo ci lascia capire come il vino sia un prodotto che riesce ad incuriosire ed appassionare molte persone e molte culture, anche a distanza di moltissimi anni.
Il Verdicchio è un vitigno situato quasi esclusivamente nelle Marche, dalle uve acquisisce le principali caratteristiche anche il vino da cui viene prodotto .
La principale zona di coltivazione del Verdicchio è i Castelli di Jesi in provincia di Ancona seguito subito da Matelica in provincia di Macerata, ma è diffuso anche in altre zone circostanti, come in Umbria e in Abruzzo.
Il nome deriva dal colore dell’acino dell’uva che presenta evidenti sfumature di colore verde, persistente anche nel periodo di maturazione, mentre il vino prodotto, assume un colore giallo oro con riflessi verdi e un intenso profumo di agrumi con qualche nota di miele.
Con queste uve è possibile la produzione di vini longevi addirittura con invecchiamenti fino a 20 anni, ma la maggior parte delle aziende del territorio concentra la sua produzione in vini da gustare prontamente.
Il Verdicchio può essere definito come il vino più famoso ed esportato in assoluto delle Marche, il Riserva nasce come DOC nel 1995 successivamente riconosciuto nel 2011 come DOCG.
Per un intenditore è quasi d’obbligo degustare questa tipologia di vino, specialmente lasciando che i suoi delicati sapori accompagnino un buon pranzo di pesce.